«Era il 10 maggio 1933 e gli studenti nazisti, istruiti da Joseph Goebbels, bruciarono nelle piazze tedesche cinquantamila libri. Sconci falò circondati da persone che mangiavano salsicce e da altre che inneggiavano agli incendiari in divisa. Studenti e plaudenti si eccitavano a vicenda, scambiandosi il saluto nazista. Tra le fiamme vennero gettati opere di Freud e Einstein, di Musil e Benjamin, di Kafka e Joyce e tra queste anche Todeskampf der Freiheit (Agonia della libertà) di Pietro Nenni, che nel 1945 sarà poi pubblicato in Italia col titolo Sei anni di guerra civile in Italia.
Un libro icastico, che narra l’avvento violento del fascismo senza aggiungere un etto di retorica: proprio questa natura “oggettiva” aveva trasformato l’opera di Nenni in un potente atto di accusa nei confronti del regime».
Dall’introduzione di Fabio Martini