Si parla di umanesimo e tecnica, di civiltà umanistica e di civiltà meccanica. Si tratta di contrapposizioni scolastiche, spesso astratte e sterili. Esse denunciano un problema vero ma non arrivano a chiarirne i termini reali e circoscritti: si fermano allo scandalo. Questo libro mira a inquadrare il problema nella giusta prospettiva, non solo al livello dell’azienda ma inoltre nell’ambito della società globale in quanto coinvolge strutture, motivazioni e valori che incidono direttamente sulle basi ideali e sui metodi di esercizio del potere di decidere sugli uomini. In questo senso, questo libro è un contributo importante per la enucleazione dei termini di un nuovo equilibrio fra macchina e uomo, fra persona e struttura burocratica. È da questa possibilità di rinnovato equilibrio che dipende l’avvenire – lo sviluppo omogeneo o l’involuzione – della società industriale.
Il libro si suddivide in sette capitoli che tracciano un efficace profilo dello sfondo storico-culturale sul quale si è venuta sviluppando la società industriale, delle caratteristiche essenziali dell’organizzazione scientifica del lavoro e delle profonde influenze che questa esercita non solo sui modi di produrre, ma sulle abitudini di vita, di consumo e sui valori delle popolazioni urbane e rurali. L’industrializzazione come processo globale è oggi la componente di fondo che definisce gli Stati moderni indipendentemente dal loro retroterra ideologico e dalle loro strutture istituzionali.
Questo libro è una chiave per l’interpretazione corretta di questo fenomeno che va modellando il nostro destino.