Giovanni Zibordi
Giovanni Zibordi

Nato a Padova il 20 settembre 1870, fu un personaggio sui generis del movimento socialista italiano, perennemente diviso tra la corrente rivoluzionaria e quella riformista del Partito Socialista Italiano.
Politico e giornalista, si laureò in Storia all’Università di Bologna, diventando insegnante di Italiano in alcuni licei del Nord Italia. A causa della fervente attività politica svolta venne in seguito trasferito in Sicilia. Fu direttore delle riviste Nuova Terra, di Mantova, e – su richiesta di Camillo Prampolini – La Giustizia, di Reggio Emilia; collaborò con Critica Sociale. Autore, insieme a Mussolini, di una mozione che stabiliva l’inconciliabilità tra socialismo e massoneria, fu anche promotore di un’idea innovativa secondo la quale lo squadrismo fascista era frutto dell’unione tra ex arditi, formazioni armate antisciopero degli agrari emiliani e piccola borghesia delle grandi città.
Scampò a un attentato squadrista e si trasferì prima a Roma e poi a Milano. Successivamente, tentò di raggiungere Lugano, ma non vi riuscì. I suoi problemi di salute lo costrinsero all’amputazione di una gamba, trascorse gli ultimi anni della sua vita a Bergamo, dove morì il 30 luglio 1943.

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